Wesak Monte Kailash

Il Wesak acquariano: insegnamenti e significati

Wesak acquariano 2016: Plenilunio del Toro 22 aprile, ore 7.24

Il Wesak Acquariano è un rituale divulgato nel secolo scorso dalla Teosofia e più specificatamente da A. Bailey. Il rito si ispira al Vesak buddhista, una festa sacra durante la quale si celebra la nascita, l’illuminazione e il distacco dal corpo come essere liberato del Buddha, che avviene ogni plenilunio di maggio.

Il Wesak Acquariano è una festività mobile che viene celebrata nel periodo del plenilunio mentre Il sole si trova nel segno del toro (il periodo utile per celebrarlo si estende all’intera giornata del plenilunio ed anche ai due giorni precedenti e successivi).

Il Wesak è un evento che appartiene a tutto il Genere Umano, è un’occasione per aprire il nostro cuore e tutto il nostro essere all’Energia divina d’Amore, che discende dalla mente e dal cuore di Dio per l’evoluzione spirituale dell’umanità.

 

Il Wesak secondo gli insegnamenti del Maestro Djwahl Khul ad Alice Bailey

Alice Ann Bailey, nel novembre del 1919, fu contattata dal Maestro Djwhal Khul, chiamato anche il Tibetano, il quale comunica di celebrare durante ogni plenilunio del Toro la festività come l’incontro con il Buddha, il Cristo e tutti i Maestri della Grande Fratellanza di Shamballa, e di rendere, con uno spirito caratteristico dell’Età dell’Acquario, tale cerimonia pubblica ed aperta a tutti.

Alice Bailey e il Maestro Djwahl KhulCercate di fare del Wesak una festività universale e riconosciuta, utile a tutti gli uomini di tutte le fedi. È la festa in cui i due Capi Divini dell’oriente e dell’occidente collaborano ed operano nella più stretta unione… Le energie spirituali in quel momento sono disponibili in modo eccezionale.”

Ogni anno, spiega Djwal Khul, il Wesak viene celebrato in una valle alle pendici del Monte Kailash sull’Himalaya.

Verso nord-est la valle si restringe ed una grande roccia altare, bianca e scintillante ne chiude il punto più stretto. Un piccolo torrente scorre di lato e sparisce poco lontano in un chiaro lago blu. Una grande massa di persone è presente, in silenzioso raccoglimento e preghiera. Sulla roccia altare c’è una coppa di cristallo colma di acqua purissima ed accanto ad essa prendono posto i Maestri e Maestre della Fratellanza di Shamballa, quei Grandi Esseri che sono i custodi in terra del Piano di Dio per il nostro pianeta e l’umanità. Al centro, di fronte alla coppa, il Cristo, il Maestro dei Maestri, e al suo fianco la Madre Divina. Quando l’ora del plenilunio si avvicina, a nord-est appare un punto luminoso che si avvicina sempre più rapidamente; al suo interno, si rende visibile la figura del Buddha che con la mano alzata in segno di benedizione si ferma a mezz’aria sulla roccia sacra mentre il Cristo intona un mantra segreto.

La benedizione del Buddha, di Cristo e di tutta la Fratellanza Bianca si diffonde in tutta la valle, gli iris sbocciano e i presenti intonano mantra e preghiere che culminano con la Grande Invocazione. Il Buddha benedicente rimane visibile per otto minuti, poi lentamente si allontana così com’è venuto, e quindi l’acqua benedetta viene distribuita ai presenti. Quest’acqua, che ha ricevuto ed immagazzinato l’Energia di Benedizione del Buddha e di tutti i grandi Esseri, rappresenta la continuità del legame tra Maestri, Discepoli ed esseri umani ed è un potente veicolo di energia positiva e di determinazione a proseguire il cammino. Dopodiché anche il Cristo e i Maestri e Maestre della Fratellanza Bianca abbandonano la valle fino all’anno successivo.

Tale evento non avviene sul piano fisico e materiale. Sia i partecipanti che i Maestri sono presenti nella valle con i loro corpi di Luce.

Nel 1945, dopo la fine della seconda guerra mondiale, il Maestro Djwal Khul dà chiare indicazioni affinché il Wesak venga celebrato in forma pubblica da quante più persone possibile, affinché la potenza della Fratellanza di Shamballa possa diffondersi rapidamente all’umanità. Nel 1946 il Tibetano indicò che erano necessari ancora 35 anni prima che il Wesak fosse celebrato pubblicamente in Occidente (1946 + 35 = 1981). Infatti il primo Wesak occidentale fu organizzato a Torino nel 1981 da Antonio Amerio, un uomo semplice che non sapeva nulla di questa profezia.

Alice Bailey raccomanda anche di celebrare il Wesak in occasione del plenilunio di Giugno, in quanto dedicato specificamente al Bodhisattva (che, secondo i Buddhisti, è il Cristo dei Cristiani), che incarnò l’amore di Dio.

 

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Altri insegnamenti sul Wesak

Anche Helena Petrowna Blavatsky nella sua “Dottrina Segreta” (opera monumentale che raccoglie tutti gli insegnamenti esoterici che ricevette dai Maestri della Gerarchia Bianca di Shamballa, soprattutto dai Maestri Morya e Kuthumi) ci riferisce l’importanza del Wesak sottolineando la necessità di renderlo una festività celebrata dall’intera umanità in quanto fondamentale per la realizzazione del piano divino sulla terra.

Così come Anne e Daniel Meurois-Givaudan ci trasmettono gli insegnamenti del Maestro Babaji attraverso queste parole:

“Il Wesak, come vi ho detto, è l’unione di due Fratelli, comunione di quei due fasci di infinita Luce che sono il Buddha e il Cristo. Vedete, inizialmente e secondo la tradizione, la cerimonia del Wesak commemorava la venuta, l’Illuminazione ed infine la dipartita del Buddha; in realtà è qualcosa di più, perché significa la trasmissione, il ritrovarsi di un soffio di Vita che permette agli uomini di maturare.

Nel giorno del Wesak, il giorno che si annuncia con la luna piena, il Risvegliato raccoglie alla fonte dell’Universo degli universi la Forza di apertura di cui gli uomini hanno enormemente sete; Egli la consegna al cuore del Cristo che, a sua volta, istantaneamente, la insuffla alla superficie di questo mondo. Così (ed ogni anno di più) Amore e Saggezza uniti vengono riproposti agli esseri umani, giacché rappresentano il solo ed unico motore per la soluzione di tutte le tensioni e quindi, cercate di capire, per la propulsione della Coscienza verso le sue infinite cime.

Luce di Amore SaggezzaIl Wesak non è più una festa fra tante altre, e neppure una cerimonia rituale come cento altre: il Wesak diventa un’occasione, una proposta d’azione fatta ad ogni uomo della Terra. E’ il momento sacro offerto ormai a tutti per canalizzare l’AMORESAGGEZZA, è la prima festa attiva, che fa del popolo umano cosciente un elemento di trasmissione del Divino.

D’ora in poi il Wesak svelerà un po’ di più la sua propria natura; non sarà mai una festa riservata ad una comunità raccolta su un altipiano perché è già la festa di tutta l’umanità, è il sacro innesto che la farà uscire dal tunnel, è la sveglia di tutti gli uomini. L’unione fra Oriente e Occidente è quanto il Wesak porta alla luce, molto al di là dei sacerdoti che fino ad oggi ne hanno mantenuta viva la fiamma. Il Wesak, pur continuando ad esprimersi attraverso una data, è anche, contemporaneamente l’espressione permanente della Forza di rinnovamento e di unificazione.

Non vi nascondo che vi state dirigendo tutti quanti verso un’epoca di grande confusione: un’epoca in cui tutte le energie e tutti gli esseri saranno condotti a svelarsi quali sono in realtà, senza possibilità di barare. Questo è il vero senso del termine “Apocalisse”; in questo bagno rivelatore, la forza nata dal Wesak deve precisamente diventare uno dei vostri punti di sostegno, lo sguardo fiammeggiante e purificatore grazie al quale potrete riscoprire ed affermare la vostra vera natura.”

 

Simbologia e caratteristiche del Wesak Acquariano

Il Wesak Acquariano introduce la simbologia della Comunione con l’Acqua.

Già nei Vangeli è menzionato che il Cristo dice alla Samaritana che gli offre da bere dalla brocca:

Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva… Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Vangelo di Giovanni 4,10.13-14).

La donna che versa dalla brocca l’acqua al Cristo e la coppa di cristallo ripiena d’acqua sulla roccia altare nella Valle del Wesak stanno a simbolizzare, tra l’altro, l’avvento dell’Era dell’Acquario e della nuova spiritualità e conoscenza connessa ad essa.

In entrambi i casi, l’acqua rappresenta anche il Divino, quella sorgente che zampillerà per sempre in coloro che, mettendo in pratica gli insegnamenti del Cristo e dei Maestri di Saggezza, sapranno rivelarla in sé stessi. Il Divino rappresentato dalla simbologia dell’acqua è certamente diverso dal Divino rappresentato dalla simbologia della luce e del fuoco.

Acqua

L’acqua è innanzitutto l’elemento da cui si originano tutte le forme viventi, vegetali ed animali ed è l’elemento imprescindibile per la vita biologica. I nostri corpi, infatti, così come la terra, sono composti d’acqua.

L’acqua porta in sé delle informazioni spirituali, come ci dimostra il ricercatore giapponese Masaru Emoto. Tutto è energia in movimento e l’acqua registra automaticamente nel processo di cristallizzazione le diverse vibrazioni. Significa che ciò che pensiamo, diciamo e facciamo, unito all’aria che respiriamo e al cibo di cui ci nutriamo, creano la nostra struttura vibratoria ed energetica.

L’acqua caricata dal Cristo e dal Buddha, durante il rito del Wesak, è un’acqua purissima e piena d’amore e d’armonia. Bevendola noi introduciamo nel nostro corpo aurico una potente carica informativa di Amore e Saggezza che realmente modifica la nostra struttura vibrazionale.

Risulta evidente che, il Divino rappresentato dall’acqua è un Divino che dà nutrimento e vita, è un Divino che opera sia a livello materiale che spirituale, è un Divino che ci pervade e compone e vive nella Madre Terra, nella natura che ci circonda, nella materia di cui è composto il nostro corpo.

La comunione con l’acqua del Wesak Acquariano porta anche il messaggio di una comunione – unione con il Divino che è nella Madre Terra, nella materia che compone il nostro corpo e nella natura tutt’intorno a noi.

Attraverso Anne e Daniel Meurois-Givaudan, Babaji parla del Wesak come di una Riconciliazione di ogni uomo con l’Essenza divina che dimora in sé stesso, riconciliazione che avviene partendo dalla semplicità e concretezza delle proprie radici che sono la Terra, sia come pianeta, sia come Principio e Forza che è dentro di sé. La Terra, in quanto materialità è stata svalutata da erronei insegnamenti spirituali, che hanno introdotto l’idea fuorviante che lo spirito sia separato dalla materia, che il sacro risieda unicamente in pratiche religiose e rituali e non in ogni cosa, in ogni aspetto della vita, alimentando così il principio della separazione e del dualismo.

Babaji ripete insistentemente che ogni parte di sé è sacra, il corpo, la sessualità (indifferentemente dalle preferenze di ognuno purché rispetti i principi di Amore, Rispetto e Consenso), lo studio, il lavoro, ogni azione è celebrazione del Divino, anche la più banale, se la propria attenzione è focalizzata in ciò.

vendita-fiori-on-line_NG4La celebrazione del Wesak ha lo scopo di inaugurare nella nostra vita il riconoscimento, quotidiano e costante, del Divino in noi stessi, nelle nostre azioni e in tutto ciò che ci circonda. La Riconciliazione del nuovo Wesak chiede ad ognuno di imparare a guardarsi negli occhi con sincerità, accettando e amando ogni parte di sé stessi, anche gli aspetti più “inaccettabili”, finché lo sguardo rivolto a sé stessi non sarà di totale amore ed accettazione, finché non si sarà in grado di offrire un fiore a sé stessi (non di comprarlo…).

Ma l’acqua ha ancora altre valenze simboliche e altrettanto importanti come le precedenti.

L’acqua, nella fisiologia esoterica yoga, è l’elemento del 2° chakra – Svadhisthana (che significa dolcezza), il centro psico-energetico correlato alle sensazioni ed emozioni, alla sessualità, al desiderio e al piacere, e finalizzato all’autogratificazione e al diritto di percepire e provare piacere.

Questo aspetto è importantissimo ed è l’aspetto centrale della spiritualità della Nuova Era, dove la crescita e lo sviluppo non avviene più attraverso il sacrificio di sé per il prossimo ma attraverso un armonioso prendersi cura di sé stessi e del prossimo, mettendo il pratica l’insegnamento del Cristo “Ama il prossimo tuo come te stesso”.

In questo tempo si sono diffuse rapidamente un’infinità di pratiche che sono finalizzate al benessere psicofisico della persona, alla cultura del rispetto ambientale e di un’alimentazione sana e biologica, elementi di armonia e benessere individuale, ed anche una grande crescita del volontariato e di azioni di equilibrio e giustizia sociale a livello mondiale.

E’ arrivato il momento di realizzare una spiritualità del piacere, della gioia e della celebrazione. Quella spiritualità di cui parlava il Cristo duemila anni fa ma il cui insegnamento è stato manipolato e distorto relegando per duemila anni l’umanità nella repressione e nei sensi di colpa (l’aspetto patologico del secondo chakra è la repressione del piacere attraverso il senso di colpa, quello che tutte le religioni hanno operato negli ultimi duemila anni).

Il Wesak Acquariano attraverso la simbologia dell’acqua ci dice quindi che la via passa attraverso il secondo chakra sano, attraverso la celebrazione del piacere, attraverso la gioia, la celebrazione della vita in tutti i suoi aspetti e senza sensi di colpa.

Il secondo chakra, inoltre, è simbolicamente correlato alla Luna e all’energia Femminile, le cui caratteristiche sono l’Amore, la Compassione, la ricettività, l’accoglienza, l’ascolto, la condivisione, la solidarietà, la partecipazione, il lavoro di gruppo, ecc.

Il Femminile rappresenta ovviamente anche la Madre, la Dea Madre che genera la vita, la nutre e la protegge, la Madre Terra, Madre Natura.

Il simbolismo della comunione con l’acqua è quindi un simbolismo ampio che ci invita a percorrere la strada di una riconciliazione con noi stessi, con i nostri bisogni autentici, con il nostro corpo, con la natura e l’ambiente, con la Madre Terra, con il sentire e l’amore caratteristici dell’energia Femminile, con l’Essenza divina che brilla in noi.

E una volta ricontattata la nostra Essenza, l’invito del Wesak è quello di diventare dei generatori di Amore e Saggezza per tutta l’umanità e per il pianeta intero.

 

La grande invocazione

 

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Alessandra Barison

Fondatrice di inCrescita

 

Bibliografia

A. Bailey “Il discepolato della Nuova Era – Trattato dei sette raggi

A. Bailey “Esteriorizzazione della Gerarchia” – Ed. Nuova Era

Anne e Daniel Meurois-Givaudan “Wesak: il tempo della riconciliazione” – Ed. Amrita

G. Dembech “Conoscere il Wesak” – Ed. L’Ariete

R. Core “Le porte di Luce” – Ed. Synthesis

 

Fonti: Wesak Italia, Anime radianti, Wikipedia

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